L’artista internazionale Teddy Delaroque visita Motta di Livenza e installa l’Armchair BULLDAYS nella città dei due fiumi

L’artista internazionale Teddy Delaroque visita Motta di Livenza e installa l’Armchair BULLDAYS nella città dei due fiumi

Abbiamo avuto l’onore di ospitare l’artista internazionale Teddy Delaroque nella nostra sede operativa a Motta di Livenza. Designer, pittore e scultore riconosciuto da Akoun e Artprice, rispettivamente leader mondiale delle informazioni sul mercato d’arte e riferimento massimo delle banche dati sulle quotazioni e gli indici dell’arte.

Il creativo francese, famoso per le sue opere ispirate dalle iconiche linee di Supercar e Hypercar, ha visitato la cittadina liventina. Con sé ha portato una sua celebre fauteuil (poltrona), direttamente dall’esposizione al Forte Belvedere di Firenze, la favolosa Armchair BULLDAYS. Prova d’autore realizzata per il Bull Days.

Un incontro che si inserisce in una strategia cross-settoriale di valorizzazione del territorio. Sintesi di sviluppo sinergico tra creativi, vero e proprio propulsore di idee innovative, capaci di lasciare il segno e aprire nuove forme di turismo.

Unitamente allo sport, prova ne è il progetto comunicativo della Candidatura di Motta a Comune Europeo dello Sport 2023, anche l’arte diventa medium privilegiato per riattivare luoghi e città.

L’arte contemporanea tende ormai a superare sempre più gli spazi tradizionali, per popolare aree pubbliche e location non-convenzionali. Trascendendo il mero carattere oggettuale, materializzandosi in esperienze sinestetiche e performative. L’opera d’arte tipica della nostra epoca ha superato l’idea di finitezza e immutabilità, configurandosi come dispositivo di pensiero, intervento site-specific dinamico e capace di trasformare lo spettatore in fruitore attivo.

È così che la visita a Motta di Livenza dell’artista francese Teddy Delaroque può diventare lo start-point per disegnare progetti comunicativi volti a valorizzare le bellezze dell’area Opitergino-Mottense. A conferma dei nuovi trend del turismo e del business internazionale, inclini a basarsi su questa linea, ormai consolidata globalmente.

L’intervista a Teddy Delaroque

Com’è nata l’amicizia tra te e Stefano Cigana CEO di Venetia Communication?
Siamo amici da oltre tre anni. Gli era stato evidenziato il mio lavoro come artista dall’amico Fabio Lamborghini, così mi ha contattato per partecipare al Bull Days, di cui faccio parte dal 2019, per le edizioni in Toscana e nel Principato di Monaco.

La prima opera che hai portato al Bull Days è stata la tua celebre scultura del Toro, in resina dipinta in oro, inaugurata il 7 luglio 2019 durante l’edizione toscana. Cosa vuoi comunicare con questo, il toro come simbolico?

Per me il toro è l’animale che più direttamente esprime potenza e forza. Amo leggere negli occhi l’effetto di stupore e il misto di emozioni di chi per la prima volta si avvicina al Toro, che fa scaturire l’esclamazione “Wow!

Un’altra delle tue opere emblematiche è la “Fauteuil” (poltrona), l’opera che hai portato a Motta di Livenza, dove variano colori e decorazioni, mantenendo la forma.

La forma è disegnata su linee armoniose, senza durezze e molto estetiche. È adattabile a tutti i tipi di ambienti, quali: arredi d’interno, ristoranti, hotels, residenze lussuose, bordi di piscina.

Le persone possono ordinarla del colore desiderato, altrimenti si può creare su dei modelli d’arte, realizzandola come un quadro. Anche la tappezzeria può essere personalizzata, rispetto al tessuto e al colore delle impunture, oltre che al ricamo identificativo. Allo stesso modo, anche la decorazione del piedistallo può essere declinata secondo uno stile preferito.

Qual è la scintilla che ha fatto scaturire la “Fauteuil”? Può trattarsi dell’automobilismo?

Effettivamente le curve sono abbastanza sportive!

Per costruire una poltrona di questo tipo si inizia da uno schizzo, seguito da un prototipo che poi colloco nella mia abitazione. Dove comincio a girargli attorno tutto il giorno. Osservandolo in ogni sua sfaccettatura fino a rendere perfetta l’opera d’arte. In totale, mettere a punto questo “guscio” ha richiesto tre anni. Per riflettere sul design, per ottenere la linea estetica perfetta. Oltre che per definire la struttura di rotazione a 360°, con il sistema di cuscinetti a sfera dell’automobile.

Osservandoti seduto sulla sedia, sembra di vedere un uomo raccolto in un uovo, che fa di una poltrona un luogo personale.

Allora, l’uovo è l’inclusione ed è l’inizio, l’origine della vita…

Nella tua famiglia il papà era scultore e intagliatore di pietre, la mamma invece era docente di disegno all’Accademia delle Belle Arti. Dunque potremmo dedurre che la tua vita sia passata dall’“uovo” immediatamente all’arte.

Mio padre mi ha avviato alla scultura fin da bambino e da entrambi anche alla pittura. Ho poi lavorato nella stessa azienda in cui operava mio papà, per il restauro di monumenti storici, realizzando sculture in chiese e palazzi. In particolare per diversi edifici religiosi, oltreché per il Municipio, nella città di Lilles (nella Francia del nord), allora avevo circa 23 anni

Tuo papà ha avuto la possibilità di scoprirti per l’artista che sei diventato al giorno d’oggi?

Sì, maturando la vena artistica, negli anni successivi al nostro lavorare insieme, ho intrapreso studi di design in Svizzera. Fino a iniziare a esporre le mie prime opere d’arte che mio papà ha effettivamente potuto vedere.

Qual è il tuo rapporto tra arte contemporanea e design? A quali artisti ti ispiri nell’ambito delle ricerche prima di fare le tue opere d’arte?

I miei artisti di riferimento sono Kandisky e Picasso, mentre per il design guardo a Charles Eames. Creando così uno stile completamente mio, in cui pittura, scultura e l’arte del design si fondono.

Qual è il tuo rapporto con l’Italia?

Adoro l’Italia, per la mentalità dei suoi abitanti, totalmente differente dalla Francia. La amo davvero molto!

Pensando alla destinazione della tua opera “Fauteuil BULLDAYS”, a Motta di Livenza, presso una società di comunicazione, quale è Venetia Communication, che significato ha questa scelta di installazione?

Apprezzo molto questa domanda che mi permette di ringraziare l’amico Stefano Cigana per la stima, la considerazione e la lealtà che mi dimostra. Si presuppone che un’opera d’arte possa stare ovunque, poiché viene creata per essere vista. Ci sono luoghi in cui può essere esposta per ricevere ospiti e clienti di un’azienda, come segno di stile e per dare una particolare visione della vita a livello mentale alle persone che entrano nell’ufficio. Per me l’arte non ha le distanze del denaro. Che si sia poveri, ricchi o molto ricchi, l’opera d’arte deve essere visibile per tutti.

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